Nuova Riveduta:

Deuteronomio 26:7

Allora gridammo al SIGNORE, al Dio dei nostri padri, e il SIGNORE udì la nostra voce, vide la nostra oppressione, il nostro travaglio e la nostra afflizione,

C.E.I.:

Deuteronomio 26:7

Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione;

Nuova Diodati:

Deuteronomio 26:7

Allora gridammo all'Eterno, il DIO dei nostri padri, e l'Eterno udì la nostra voce, vide la nostra afflizione, il nostro duro lavoro e la nostra oppressione.

Riveduta 2020:

Deuteronomio 26:7

Allora gridammo all'Eterno, all'Iddio dei nostri padri, e l'Eterno udì la nostra voce, vide la nostra umiliazione, il nostro travaglio e la nostra oppressione,

La Parola è Vita:

Deuteronomio 26:7

Non ci sono versetti che hanno questo riferimento.

La Parola è Vita
Copyright © 1981, 1994 di Biblica, Inc.®
Usato con permesso. Tutti i diritti riservati in tutto il mondo.

Riveduta:

Deuteronomio 26:7

Allora gridammo all'Eterno, all'Iddio de' nostri padri, e l'Eterno udì la nostra voce, vide la nostra umiliazione, il nostro travaglio e la nostra oppressione,

Ricciotti:

Deuteronomio 26:7

E noi gridammo al Signore Dio dei padri nostri; il quale ci esaudì, rimirò la nostra umiliazione, i travagli e le angustie nostre,

Tintori:

Deuteronomio 26:7

e noi gridammo al Signore Dio dei padri nostri, il quale ci esaudì, e vista la nostra umiliazione, gli affanni e le angustie,

Martini:

Deuteronomio 26:7

E alzammo le grida al Signore Dio de' padri nostri: il quale esaudì, e volse lo sguardo alla nostra umiliazione, e all'affanno, e alle angustie:

Diodati:

Deuteronomio 26:7

E noi gridammo al Signore Iddio de' nostri padri; e il Signore esaudì la nostra voce, e riguardò alla nostra afflizione, e al nostro travaglio, e alla nostra oppressione;

Commentario abbreviato:

Deuteronomio 26:7

Capitolo 26

Confessione nell'offerta delle primizie Dt 26:1-11

La preghiera dopo l'eliminazione della decima del terzo anno Dt 26:12-15

L'alleanza tra Dio e il popolo Dt 26:16-19

Versetti 1-11

Quando Dio ha mantenuto le sue promesse nei nostri confronti, si aspetta che noi riconosciamo l'onore della sua fedeltà. E le nostre comodità sono doppiamente dolci quando le vediamo sgorgare dalla fonte della promessa. Chi offre le sue primizie deve ricordare e riconoscere l'origine meschina della nazione di cui fa parte. Mio padre era un siriano pronto a morire". Giacobbe è qui chiamato siriano. La loro nazione, all'inizio, ha soggiornato in Egitto come straniera e vi ha prestato servizio come schiava. In Egitto era un popolo povero, disprezzato e oppresso; e anche se era diventato ricco e grande, non aveva motivo di essere orgoglioso, sicuro o dimentico di Dio. Deve riconoscere con gratitudine la grande bontà di Dio verso Israele. Il conforto che abbiamo nei nostri stessi piaceri dovrebbe portarci a essere grati per la nostra parte nella pace e nell'abbondanza pubblica; e con le misericordie attuali dovremmo benedire il Signore per le misericordie precedenti che ricordiamo, e per le ulteriori misericordie che aspettiamo e speriamo. Egli deve offrire il suo cesto di primizie. Qualunque cosa buona Dio ci dia, è sua volontà che ne facciamo l'uso più confortevole possibile, tracciando i corsi d'acqua fino alla Fonte di ogni consolazione.

Riferimenti incrociati:

Deuteronomio 26:7

Eso 2:23-25; 3:1-4:31; 6:5; Sal 50:15; 103:1,2; 116:1-4; Ger 33:2; Ef 3:20,21
Eso 4:31; 1Sa 9:16; 2Sa 16:12; Sal 102:19,20; 119:132

Dimensione testo:


Visualizzare un brano della Bibbia

Aiuto Aiuto per visualizzare la Bibbia

Ricercare nella Bibbia

Aiuto Aiuto per ricercare la Bibbia

Ricerca avanzata